10 agosto 2009

All'attenzione di Antonio Preziosi: il GR2 e i matrimoni di comodo

Egregio Direttore,
ho avuto modo stamattina di ascoltare il servizio del GR2 delle 7.30 sui matrimoni di comodo (quelli tra un nubendo italiano ed uno straniero, celebrati al solo scopo di far ottenere allo straniero il permesso di soggiorno o la cittadinanza). Vi si affermava che l'entrata in vigore della legge in materia di sicurezza pubblica (Legge 94/2009) ha prodotto un'immediata riduzione di tali matrimoni.

Si affermava anche che negli ultimi dieci anni di matrimoni di questo genere ne sono stati celebrati in Italia, stando alle stime ISTAT e dell'Associazione matrimonialisti italiani, trentamila.

Ora, pero', con l'entrata in vigore della nuova legge - spiegava il servizio - le cose si fanno meno appetibili per questi stranieri truffaldini (l'espressione e' mia, non del GR2): occorre, infatti, pagare 200 euro e aspettare, per la cittadinanza, due anni invece dei soli sei mesi previsti dalla normativa previgente.

Cosi' - sempre nel racconto del Giornale Radio - quattro coppie miste a Verona hanno rinunciato alla celebrazione del matrimonio, e altre hanno dato forfait per i prossimi giorni.

Il servizio e' un esempio luminoso di superficialita'. Provo a spiegarLe perche'.

1) Il fatto che un matrimonio sia "di comodo" e' cosa delicatissima da dimostrare. La rinvio, per questo, alla Comunicazione della Commissione dell'Unione europea al Parlamento europeo e al Consiglio sulle Linee-guida per una miglior trasposizione ed applicazione della Direttiva 2004/38/CE (COM(2009) 313/4 http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo/2009/luglio/com-comm-ue-dir-38-04.pdf).

E' cosa che si presta assai poco alle valutazioni statistiche, quando, almeno, non si voglia trattare la materia con lo stile del Bar Sport. L'Istat, del resto, nel rapporto del 2007 (http://www.stranieriinitalia.it/news/istat13feb2007.pdf), cui il servizio fa implicito riferimento, si guarda bene dall'azzardare stime sulla percentuale dei matrimoni di comodo, dedicando invece grande attenzione al fenomeno - rilevantissimo - dei matrimoni misti.

La stima e' effettuata, piuttosto, dall'Associazione matrimonialisti italiani. Non sembra che si tratti di un soggetto particolarmente autorevole (a Milano conta cinque soci; a Roma, otto: http://www.ami-avvocati.it/regioni-ami.asp ); in ogni caso, per definizione, l'Associazione vede del fenomento solo la porzione "patologica", che non consente di effettuare estrapolazioni, se non - appunto - per gli avventori del Bar Sport.

2) Sono pronto a scommettere che le quattro coppie di Verona che hanno rinunciato al matrimonio (e quelle che lo faranno nei prossimi giorni) non l'hanno fatto per evitare il pagamento dei duecento euro (questo graverebbe, in modo irrilevante, sulla richiesta di cittadinanza, non sulla celebrazione del matrimonio o sul rilascio della carta di soggiorno per familiare di cittadino dell'Unione europea), ne' per il prolungamento a due anni del periodo di residenza richiesto per l'acquisto della cittadinanza (la convenienza di un matrimonio di comodo risiedere intanto nell'ottenimento di un titolo di soggiorno, l'acquisto della cittadinanza essendo questione ovviamente secondaria).

La rinuncia e' stata imposta da altra modifica introdotta dalla Legge 94/2009: la necessita' di dimostrazione di regolarita' del soggiorno ai fini della celebrazione del matrimonio in Italia. Questa disposizione e' una delle grandi porcherie su cui il Governo ha posto la fiducia. Viola in modo grossolano gli art. 29 e 30 della Costituzione, l'art. 12 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, la Direttiva 2004/38/CE e una serie di altre norme vincolanti per il nostro sgangheratissimo Legislatore.

A conclusioni analoghe, mutatis mutandis, e' arrivato di recente, a proposito di un simile tentativo di riforma, poi abortito, il Tribunale Costituzionale francese (http://www.conseil-constitutionnel.fr/conseil-constitutionnel/francais/les-decisions/depuis-1958/decisions-par-date/2003/2003-484-dc/decision-n-2003-484-dc-du-20-novembre-2003.871.html).


Il Suo editoriale, stamattina, si concludeva con l'auspicio che si tornasse a dire, in un futuro prossimo, come prova di veridicita' di una notizia: "l'ha detto la Radio". Le suggerisco sommessamente di vigilare sulla qualita' dei servizi che vengono trasmessi, perche' non si debba diffondere, invece, l'adagio "l'ha detto la Radio: una stronzata, quindi".

Con tutta la stima che Ella merita
Sergio Briguglio


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