26 marzo 2009

commenti e replica

Cari amici,
vi giro i commenti al mio articolo apparsi sul sito http://www.lavoce.info/
e la mia replica.

Cordiali saluti
sergio briguglio


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I commenti all'articolo offrono uno spaccato delle opinioni che circolano nella societa'. Ne emerge un quadro diviso in due: una parte esterrefatta dall'assistere ad un progressivo sgretolamento della tutela dei diritti della persona; un'altra preoccupata della propria sicurezza e della difesa della legalita'.

Riconoscendomi in sintonia con la prima di queste parti, non posso che rispondere agli stimoli proposti dalla seconda. Cerco di farlo con alcune affermazioni.

1) La sicurezza e' un bene prezioso e occorre vigilare perche' non sia messo a repentaglio. Per capire se e' messo a repentaglio, cosi' da richiedere interventi speciali, si deve guardare freddamente a come si evolve il numero di delitti commessi nel nostro paese. I dati del Ministero dell'interno mostrano che il numero di delitti in questi anni e' nettamente inferiore a quello che caratterizzava i primi anni '90. Un'emergenza delitti, quindi, non ha fondamento nella realta', benche' sia certamente legittimo e saggio continuare a vigilare.

2) Quanto all'influenza dell'immigrazione extracomunitaria sulla commissione di delitti in Italia, i dati del Ministero dell'interno mostrano come, a dispetto di una crescita della popolazione immigrata di un fattore cinque dall'inizio degli anni '90 ad oggi, il numero dei delitti da loro commessi si e' mantenuto sostanzialmente costante. Benche' sia vero che la popolazione immigrata presenta un tasso di criminalita' piu' alto di quella autoctona, tale tasso e' in diminuzione. Non stiamo quindi fronteggiando un'invasione di criminali, ma piuttosto un flusso migratorio caratterizzato da un carattere progressivamente piu' sano.

3) Un delitto e' un delitto, e chi lo commette, una volta accertata la colpevolezza, paga. Non esiste in Italia alcuna legge che preveda una maggiore indulgenza nei confronti degli stranieri, ne' alcuno che la invochi. A carico dello straniero, anzi, puo' essere adottata anche la misura aggiuntiva dell'espulsione.

4) Lo straniero gode in Italia di una quota di diritti nettamente inferiore a quella prevista per l'italiano (in particolare, in materia di assistenza sociale). Tutti gli obblighi e gli oneri imposti al cittadino italiano sono imposti anche allo straniero. Su quest'ultimo, pero', ne incombono alcuni aggiuntivi: primi fra tutti, quelli connessi al permesso di soggiorno, che rendono estremamente precaria la condizione di soggiorno in Italia. Ad esempio: per un italiano, la nascita di un figlio puo' dar luogo a un problema economico; per lo straniero, oltre che al problema economico, puo' dar luogo all'impossibilita' di rinnovare il permesso di soggiorno per mancanza di reddito o di alloggio idoneo.

5) Il fatto che l'immigrazione in Italia presenti un alto tasso di illegalita' e' dovuto semplicemente ad una normativa stupida (in vigore dal 1986), che impone, al datore di lavoro che voglia assumere uno straniero, di farlo quando ancora il lavoratore risiede all'estero. Nessun datore di lavoro assumerebbe alla cieca un lavoratore, italiano o straniero che sia. Cosi', un rispetto rigoroso della legge produrrebbe l'azzeramento dell'immigrazione per lavoro (e di quella, per motivi familiari, che da essa deriva). Dato che di lavoratori stranieri la nostra economia ha bisogno, anche in tempo di crisi, si e' sviluppato un percorso illegale ma efficace: lo straniero entra per turismo; si trattiene anche dopo il termine del soggiorno autorizzato; trova occupazione grazie ad un incontro diretto con il datore di lavoro; resta in Italia in condizioni di soggiorno illegale, da cui emerge grazie a sanatorie o ad un uso "all'italiana" dei decreti di programmazione dei flussi (la domanda di autorizzazione all'ingresso viene presentata dal datore, fingendo che il lavoratore risieda ancora all'estero; ottenuta l'autorizzazione, il lavoratore torna in patria per rientrare subito dopo in Italia con un visto di ingresso per lavoro). Piu' del 95 per cento degli immigrati oggi legalmente soggiornanti in Italia per lavoro sono pervenuti alla condizione di soggiorno formalmente legale attraverso questi meccanismi e, quindi, a valle di un periodo di soggiorno illegale. Se ne ricava che fare la guerra all'immigrazione illegale, senza modificare le norme sull'ammissione dei lavoratori stranieri, e' come far la guerra all'adolescenza: e' vero che e' un'eta' della vita problematica, ma ci devono passare tutti...

6) Salvo quanto affermato nel punto precedente, nessuno sostiene che lo Stato non possa sanzionare la condizione di soggiorno illegale. Avvalersi pero' della struttura sanitaria per ottenere segnalazioni sulla presenza di immigrati in tale condizione e' da stupidi (sul fatto che sia da miserabili non insisto, rivolgendomi alla parte di coloro che difficilmente lo capirebbero). Significa infatti allontanare le persone a maggior rischio di marginalita' dall'assistenza sanitaria, con conseguenze gravi, in termini di rischio di contagio, per tutta la societa' (oltre che devastanti per gli interessati; ma su questo, come prima, e' inutile insistere).

7) L'immigrato che soggiorna illegalmente in Italia ha si', oggi, diritto alle cure, e, se indigente, senza oneri a suo carico. Ma e' fatto salvo l'onere di partecipazione alla spesa (il ticket), per il quale tale immigrato e' comunque equiparato al cittadino italiano.

8) Vietare all'immigrato irregolare la registrazione della nascita del figlio, il riconoscimento del figlio naturale o il matrimonio in Italia e' cosa che sanziona, oltre all'immigrato stesso, soggetti terzi, privi di qualunque responsabilita': il figlio, il partner. Gli atti in questione, poi, sono di una tale importanza che il diritto dello Stato di sanzionare l'illegalita' impallidisce al confronto del rischio di ledere i diritti di questi soggetti terzi in modo irreversibile.

9) Le norme che regolano la vita della societa' andrebbero definite da persone che si trovino sotto il cosiddetto "velo dell'ignoranza" (Rawls): che non sappiano, cioe', se il loro posto nella societa' sara' quello del ricco o del povero, dell'intelligente o dello stupido, dell'uomo libero o del detenuto, del cittadino o dello straniero. Nel timore di trovarsi in una delle condizioni deboli, probabilmente, definirebbero norme capaci di difendere i soggetti piu' esposti alle intemperie della vita.

Sergio Briguglio


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Articolo: ORA INSICURI SONO I DIRITTI FONDAMENTALI
(http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001015.html)
Data: 26-03-2009
Autore: Alessandro Abati
E-mail: aleabait@tiscali.it
Oggetto: La Legalità è ancora un valore.. all'estero!
Testo: Da anni vivo per lavoro all'estero (Medio Oriente e Nord America) e
mi rendo conto che in Italia il dibattito politico sull'immigrazione è
tutto improntato ad accendere gli animi della gente comune che nulla sa della
differenza fra il fondamnetale e sacrosanto Diritto di Asilo (riconosciuto a
chiunque), per persone che provengono da Paesi senza diritti umani, dal diritto
ad accedere e beneficiare di tutti i diritti di un Paese Europeo. Nel nostro
Paese si tutelano 'cose strane' e inaccettabili in molte moderne
democrazie solo perché ormai la legalità non è più un valore e le persone che si
comportano legalmente non sono considerate virtuose ma 'normali'. In
Italia si fa credere alla gente comune che quando un immigrato clandestino
uccide o stupra è perché è in stato indigente o emarginato. Chi uccide è un
assassino (italiano o straniero) e non v'è miseria che lo giustifichi.
In molti Paesi del G20 e moderne democrazie il diritto alla sanità non un
diritto fondamentale nemmeno per i cittadini stessi (tax payers), ma soprattutto
nessuno di loro consente l'accesso e la circolazione irregolare di
immigrati. Per cui il tema se 'denunciare' l'assistito irregolare
o meno non esiste.

Indirizzo del Commento sul CMS:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19382



Lista dei commenti precedenti:

Data: 26-3-2009
Autore: mirco
Email: kimor@iol.it
Oggetto: leggi razziali
Testo:

Condivido le osservazioni fatte nell'articolo dall'autore. Mi
preoccupano alcuni commenti che non percepiscono la situazione di grave pericolo
per la democrazia e la libertà di tutti che queste leggi introdotte dal governo
berlusconi provocano. Se continuerà questo clima sociale, non sarà compresa
dall'opinione pubblica neanche l'eventuale bocciatura della legge da parte della
corte costituzionale. Questa situazione è veramente da brividi dietro la schiena
per tutti i veri democratici. L'attuale situazione è paragonabile ai primi anni
trenta in Germania e tutti sappiamo come finì la Repubblica di Weimar.


Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19370

Data: 25-3-2009
Autore: leonardo
Email: leonardofunaro@alice.it
Oggetto: E' una legge sbagliata
Testo:

Attenti a come si parla della sicurezza dei cittadini. La sicurezza in
Italia sta diventando come il diabete più è alto più si ha fame e più si mangia
più si alza fino al coma. E' una legge che da solo fumo negli occhi agli
italiani: colpisce gli straccioni, i poveracci e si lasciano fuori i veri
deliguenti. Ma perchè non si parla dei cinesi che sono un serio pericolo per
l'economia italiana.


Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19361

Data: 25-3-2009
Autore: amsicora
Email: alspanu@gmail.com
Oggetto: Diritti fondamentali? Prima gli italiani!
Testo:

Alcune precisazioni: 1-per ora il provvedimento più duro
sull'immigrazione è quello che prevede addirittura la confisca della casa per
gli italiani che la affittano "in nero"ai clandestini; 2-mi stupisce
il garantismo sugli immigrati illegali che beneficiano del nostro sistema
sanitario, quando la stessa sinistra ha sempre incitato alla delazione (in
materia fiscale) nei confronti dei lavoratori autonomi (italiani!) alimentando
l'odio e l'invidia sociale, e istituendo perfino un telefono dedicato alle
segnalazione anonime! 3-non vedo per quale motivo gli stranieri illegali debbano
usufruire, passatemi l'espressione, "a sbafo" del nostro servizio
sanitario (finanziato dagli italiani) quando molti pensionati che hanno lavorato
un'intera vita devono pagare i ticket fino all'ultimo centesimo di euro. Diritti
fondamentali? Prima garantiamo quelli degli italiani!


Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19351

Data: 25-3-2009
Autore: Giorgio Zanutta
Email: qr_tkl@alice.it
Oggetto: Sicuretza?
Testo:

Ritengo che l'obbligatorietà di segnalazione da parte delle strutture
sanitarie dovrebbe esistere solo nel caso in cui ci fossero dubbi che il ricorso
sia stato fatto a seguito di atti delittuosi, per gli altri ritengo fondamentale
la sicurezza sanitaria della collettività. L'impedire il matrimonio o il
riconoscimento della filiazione mi sembra misero, in quanto è atto civile e di
una società evoluta il permettere il congiungimento e la filiazione, certezze di
ruoli. Cosa ben diversa la clandestinità che sovente è alimentata se non
incentivata dall'ingorghigia di multinazionali e governanti che decadono da
trattamento umano a bestia, finendo con l'alimentare i frangenti negativi della
società quali lavoro in nero, prostituzione, malavita.


Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19348

Data: 25-3-2009
Autore: Marino
Email: marino.panzanelli@fastwebnet.it
Oggetto: E li pagano per questo?
Testo:

Possibile che i nostri rappresentanti (nostri per dire... io non li ho
votati, quelli che fanno questi scempi) non si rivolgano ai vari servizi di
documentazione e consulenza del Parlamento quando fanno progetti di legge, per
controllarne la costituzionalità e la compatibilità con le norme europee? A
prescindere dalla linea politica che si vuole portare avanti, in qualunque
impresa privata o pubblica amministrazione decente questa incompetenza e
sciatteria ti farebbero licenziare o mandare in un posto dove non puoi fare
danni.


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http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19333

Data: 24-3-2009
Autore: EDOARDO
Email: tomodachito@libero.it
Oggetto: vedere i diritti solo da una parte
Testo:

Di fronte a questa massiccia invasione straniera, dei suoi diritti
fondamentali me ne frego. Per me i diritti fondamentali sono poter vivere in un
condominio tranquillo, senza dovermi piegare alle abitudini diurne e notturne
degli immigrati, di potere camminare nel mio quartiere senza dovermi voltare
sempre indietro, di stare sereno quando escono i miei figli e di veder cessare
il degrado morale e materiale della mia zona. Degrado coinciso con la massiccia
presennza di immigrati.


Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19313

Data: 24-3-2009
Autore: Gianni Alioti
Email: Gianni.Alioti@cisl.it
Oggetto: Una misura degna delle leggi razziali
Testo:

Non potevo credere che fosse vera la notizia riportata domenica su
Repubblica riguardo la circolare INPS n.27 del 25 febbraio 2009 a firma del
Direttore Generale Crecco. Invece si! E' la circolare inerente le linee di
intervento 2009 sulle attività di vigilanza. Tra le principali aree su cui dovrà
essere privilegiata l'azione degli interventi ispettivi ci sono le "AZIENDE
ETNICHE", cioè le realtà economiche gestite da minoranze etniche o
organizzate con l'impiego di lavoratori appartenenti alle citate minoranze. In
pratica introducendo il concetto di etnia, mentre si chiuderà un occhio alle
attività (e sono tantissime) gestite in modo irregolare dalla gente italica
affiliata - spesso - alle cosche criminali, si intensificheranno i controlli nei
confronti delle persone di origine wolof, bantu, guarani, ebraica, quichua,
indiana, tutu, berbera, araba ecc. ecc. indipendentemente dalla loro
cittadinanza. Il razzismo, come la storia sembra non averci insegnato,
nasce in primo luogo dal linguaggio. Che questo linguaggio sia usato in un
atto amministrativo dell'INPS è talmente grave, che non possiamo non indignarci
e reagire di fronte a questa deriva nazistoide.


Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19307

Data: 24-3-2009
Autore: savgarim
Email: ensnma@tin.it
Oggetto: Soluzioni da azzeccagarbugli
Testo:

Contro le soluzioni da azzeccagarbugli per evitare i pericoli messi in
evidenza dall'autore dell'articolo c'è un solo modo: essere molto più duri nei
riguardi dell'immigrazione clandestina e non. L'Australia insegna.


Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19296

Data: 24-3-2009
Autore: andrea perin
Email: perin.andrea@tin.it
Oggetto: chiarimento
Testo: chiedo un chiarimento su questa frase:
"Queste disposizioni, attualmente in vigore, introducono una disparità di
trattamento tra il criminale italiano o straniero legalmente soggiornante e il
criminale clandestino: in relazione al primo, il referto può essere presentato,
pur non essendo obbligatorio; in relazione al primo, invece, no: mancando
l'obbligatorietà, il referto è senz'altro vietato."
Vi è un (suppongo) un errore dove si ripete per due volte "in relazione al
primo": la seconda volta dovrebbe essere "in relazione al secondo".
Può chiarire il senso complessivo del punto: cioè perchè oggi, a norme vigenti,
vi sarebbe già una discriminazione?
Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19279

Data: 24-3-2009
Autore: Marco Bandini
Email: marco.bandini@gibidi.com
Oggetto: ACCADEMIA
Testo:

Leggendo il testo mi sembra di capire che l'unico diritto a cui non si
deve accedere é quello di permettere allo stato italiano di decidere chi deve
stare nel territorio. L'immigrazione clandestina é reato in diversi paesi
Europei, tra cui la Francia e L'Inghilterra. Evidentemente fascisti e razzisti
anche loro. Uno stato deve assicurare assistenza sanitaria a chi soggiorni sul
proprio territorio, ma deve permettere la permanenza solo di chi ne ha i
requisiti. La coesione sociale e l'integrazione la si assicura selezionando gli
ingressi, facendo rispettare la legge e espellendo chi entra illegalmente. Il
resto, per chi vive l'immigrazione giornalmente nel proprio condominio o nelle
periferie, é accademia.


Link:
http://redazione.officinedigitali.it/index.php?database=la_voce&table=commenti&REF=19276

20 marzo 2009

a.c. 2180: divieto di matrimonio

Cari amici,
il dibattito sull'abolizione del divieto di segnalazione e sulla preclusione dell'accesso agli atti di stato civile (e ai servizi!) per l'immigrato irregolare sembra prendere una piega positiva. Tutto da vedere, naturalmente...

Vorrei che l'importanza di questi due punti non ne oscurasse un terzo, non meno grave: l'art. 6 del ddl sicurezza (A.C. 2180) recita

"Art. 6.
(Modifica all'articolo 116 del codice civile).
1. All'articolo 116, primo comma, del codice civile, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «nonché un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano»."

L'art. 116 del codice civile e' quello che disciplina il matrimonio dello straniero in Italia. La sua forma attuale e' la seguente:

"Art. 116 Matrimonio dello straniero nello Stato
Lo straniero che vuole contrarre matrimonio nello Stato deve presentare all'ufficiale dello stato civile una dichiarazione dell'autorità competente del proprio paese, dalla quale risulti che giusta le leggi a cui è sottoposto nulla osta al matrimonio.
Anche lo straniero è tuttavia soggetto alle disposizioni contenute negli artt. 85, 86, 87, nn.1, 2 e 4, 88 e 89.
Lo straniero che ha domicilio o residenza nello Stato deve inoltre far fare la pubblicazione secondo le disposizioni di questo codice (93 e seguenti)."

In caso di approvazione dell'art. 6 ddl sicurezza, il primo comma sarebbe quindi cosi' modificato:

"Lo straniero che vuole contrarre matrimonio nello Stato deve presentare all'ufficiale dello stato civile una dichiarazione dell'autorità competente del proprio paese, dalla quale risulti che giusta le leggi a cui è sottoposto nulla osta al matrimonio nonché un documento attestante la regolarità del soggiorno nel territorio italiano.".

Resterebbe cosi' preclusa, per lo straniero che soggiorni irregolarmente in Italia (anche a seguito di semplice scadenza del permesso di soggiorno) la celebrazione del matrimonio in Italia.

Notate che gia' a causa della disposizione che rende obbligatoria la dimostrazione della regolarita' del soggiorno ai fini del prefezionamento degli atti di stato civile e di qualunque provvedimento di interesse dello straniero la celebrazione del matrimonio risulterebbe preclusa. Notate anche, pero', che, se il dibattito di questi giorni dovesse portare ad una positiva revisione di quest'ultima disposizione, l'ostacolo da essa rappresentato verrebbe a cadere; resterebbe invece in piedi quello dovuto alla modifica di art. 116 c.c.

Osservo come impedire la celebrazione del matrimonio allo straniero illegalmente soggiornante, oltre a essere una porcata degna delle leggi razziali, puo' avere un impatto fortissimo sui diritti fondamentali del cittadino italiano e del cittadino dell'Unione europea. Il primo, soprattutto, ove decida di contrarre matrimonio con uno straniero illegalmente soggiornante, vedrebbe preclusa la possibilita' di farlo nella propria patria! Con buona pace dell'art. 29 della Costituzione e art. 12 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.

Notate infine come il coniuge straniero di un cittadino italiano o di un cittadino dell'Unione europea abbia un diritto di soggiorno in Italia (nel secondo caso, a condizione che dello stesso diritto sia titolare il cittadino dell'Unione).

La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha gia' chiarito (http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo/2008/luglio/sent-corte-giust-c-127-08.pdf) che ai fini del diritto di ingresso e di soggiorno del familiare si prescinde dalle modalita' di ingresso, dal fatto che egli abbia previamente soggiornato legalmente in altro Stato membro prima del suo arrivo nello Stato membro ospitante, dalla data e dal luogo in cui si e' costituito il legame familiare.

Lo stesso vale, in base ad art. 19, co. 2 D. Lgs. 286/1998 e art. 23 D. Lgs. 30/2007, per il coniuge straniero di cittadino italiano.

Richiedere la regolarita' formale del soggiorno ai fini del compimento di un atto che conferisce diritto di soggiorno (a prescindere da qualunque adempimento formale) e' privo di logica. Cosi' come lo e' richiedere - ponimao - la disponibilita' di un reddito per erogare una misura assistenziale a sostegno delle persone prive di reddito (Sent. Corte Cost. 306/2008 e 17/2009).

Sarebbe bene che qualcuno lo spiegasse agli analfabeti che ci governano.

Non oso sperare che su questo punto si facciano sentire gli organi ufficiali della Chiesa cattolica: hanno cose molto piu' importanti da preservare...

Cordiali saluti
sergio briguglio

18 marzo 2009

donne della provvidenza

Cari amici,
vi giro un'interessante ANSA.
Ringrazio Sergio Ferraiolo e Chiara Righetti, che me l'hanno segnalata.

Dimostra come appartenere alla maggioranza, oggi, non significhi necessariamente essere compagni di merende di Bricolo.

Mi auguro che questa capacita' di prendere le distanze dalla stupidita' crassa della Lega vada rafforzandosi.

L'esame del ddl sicurezza (a.c. 2180) dovrebbe proseguire oggi nelle commissioni riunite I e II della Camera.

Cordiali saluti
sergio briguglio


IMMIGRAZIONE:100 DEPUTATI PDL A BERLUSCONI,NON PORRE FIDUCIA MUSSOLINI,NORME INACCETTABILI PER BIMBI E MEDICI IN DL SICUREZZA (ANSA) - ROMA, 18 MAR - 100 deputati del Pdl, capitanati da Alessandra Mussolini, chiedono a Silvio Berlusconi di non porre la fiducia sul decreto sicurezza perchè l'introduzione del reato di clandestinità le norme riguardanti la denuncia dei clandestini da parte dei medici (ma, secondo i firmatari anche da parte degli insegnanti) sono "inaccettabili". "Sono convinta - dice la Mussolini - di poter contare sull'appoggio del presidente Fini".
"Ti chiediamo - si legge nella lettera inviata dalla Mussolini al premier - di non porre la fiducia" perchè in quel decreto "sono contenute norme a nostro giudizio inaccettabili e che necessitano di indispensabili correzioni". I parlamentari firmatari (nessuno dei quali è della Lega Nord) aggiungono d'esser certi che il premier si renderà conto "di come questo dettato legislativo vada contro i più elementari diritti umani e in particolare dell'infanzia e della maternità".
Nella lettera si respinge l'interpretazione secondo cui il provvedimento non obblighi i medici alla denuncia dei clandestini che si presentano in ospedale o nei centri di vaccinazione: "Non è così. Anzi, l'obbligo di denuncia potrà riguardare anche gli insegnanti e chiunque eserciti incarichi pubblici". E ciò proprio a causa dell'introduzione in sede penale del reato di clandestinità: in caso di mancata denuncia, infatti, medici e insegnanti violerebbero gli art. 361 e 362 c.p., cioè "il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio".
Sarebbe, sottolineano i firmatari della lettera, "una vera e propria trappola per bambini, da attirare con l'obbligo dell'istruzione, così da individuarli e colpirli proprio con la mano del medico o dell'educatore". E il risultato sarebbe escludere bambini e donne in gravidanza dai livelli educativi e sanitari, con rischi per tutti e un "regresso spaventoso in fatto di civiltà".
Solo se non sarà posta la fiducia, concludono, sarà possibile porre rimedio a quello che altrimenti sarebbe un "errore imperdonabile". A firmare, oltre alla Mussolini, sono tra gli altri Souad Sbai, Valentina Aprea, Mario Landolfi, Beatrice Lorenzin, Fiamma Nirenstein e Enrico Costa. (ANSA).

17 marzo 2009

divieto di segnalazione: vie d'uscita

Cari amici,
oggi, su iniziativa della Societa' italiana di medicina delle migrazioni, di Medici senza frontiere, dell'ASGI e dell'Osservatorio italiano sulla salute globale, si celebra il "Noi non segnaliamo day". Il programma delle iniziative puo' essere scaricato dal sito della SIMM: http://www.simmweb.it.

Approfitto per tornare sulla questione al centro di queste manifestazioni: la soppressione del divieto di segnalazione del clandestino che ricorra a prestazioni sanitarie.

Nel seguito riassumo i punti rilevanti sull'argomento - almeno, per come io li ho capiti - e, infine, propongo due soluzioni: la prima, nell'ipotesi che la Camera sia disposta a modificare il testo approvato dal Senato; la seconda, nell'ipotesi opposta.


1) Il ddl sicurezza, nel testo approvato dal Senato (A.S. 733) e attualmente all'esame della Camera (A.C. 2180), introduce il reato di soggiorno illegale. Si tratta di un reato contravvenzionale (non di un delitto), perseguibile d'ufficio e sanzionato con un'ammenda, sostituibile con l'espulsione.


2) Lo stesso testo, con altra disposizione, prevede la soppressione dell'art. 35, co. 5 D. Lgs. 286/1998. Il comma da sopprimere recita

"5. L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non puo' comportare alcun tipo di segnalazione all'autorita', salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parita' di condizioni con il cittadino italiano."


3) L'obbligo di referto e' disciplinato, in generale, dall'art. 365 c.p.:

"365 Omissione di referto
Chiunque avendo nell'esercizio di una professione sanitaria prestato la propria assistenza od opera in casi che possono presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba procedere d'ufficio, omette o ritarda di riferirne all'Autorita' indicata nell'articolo 361, e' punito con la multa fino a lire un milione.
Questa disposizione non si applica quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale."

Il secondo periodo di questo articolo, che esonera l'operatore sanitario dall'obbligo di referto nei casi in cui possa discenderne un procedimento penale a carico dell'assistito, ha evidentemente lo scopo di dare priorita' alla tutela della salute rispetto alla tutela di beni quali l'ordine pubblico o la sicurezza pubblica.


4) Si puo' osservare come il combinato disposto di art. 35, co. 5 D. Lgs. 286/1998 e art. 365 c.p. (secondo periodo) crei un'ingiusta disparita' tra il clandestino autore di un delitto perseguibile d'ufficio e la persona regolarmente soggiornante, italiana o straniera, che abbia commesso lo stesso delitto. In relazione a quest'ultima, infatti, il referto puo' essere presentato (pur non essendo obbligatorio); in relazione al primo, invece, no: mancando l'obbligatorieta', il referto e' senz'altro vietato.


5) Nell'ambito della categoria "autori di delitti perseguibili d'ufficio", la soppressione dell'art. 35, co. 5 sarebbe certamente in grado di ristabilire parita' di trattamento tra nazionali e stranieri regolari, da una parte, e stranieri clandestini, dall'altra. E nessuno di noi avrebbe niente da ridire.


6) Il problema e' - com'e' noto - che finirebbero inguaiati anche i clandestini che autori di delitti non sono, ne' mai si sognerebbero di diventarlo. In particolare, paradossalmente, finirebbero inguaiati anche i clandestini vittime di delitti. L'introduzione del reato di soggiorno illegale espone infatti l'immigrato irregolare ad un altissimo rischio di denuncia. E questo non in base al citato art. 365 c.p. (il soggiorno illegale non e' un delitto), ma al meno severo, ma piu' generale, art. 362 c.p. (applicabile anche ai reati contravvenzionali perseguibili d'ufficio):

"362 Omessa denuncia da parte di un incaricato di pubblico servizio
L'incaricato di un pubblico servizio, che omette o ritarda di denunciare all'Autorita' indicata nell'articolo precedente un reato del quale abbia avuto notizia nell'esercizio o a causa del servizio, e' punito con la multa fino a lire duecentomila.
Tale disposizione non si applica se si tratta di un reato punibile a querela della persona offesa ne' si applica ai responsabili delle comunita' terapeutiche socio - riabilitative per fatti commessi da persone tossicodipendenti affidate per l'esecuzione del programma definito da un servizio pubblico."


7) Notate come, trasferito il problema dall'art. 365 c.p. all'art. 362 c.p., le dichiarazioni di non disponibilita' alla denuncia dei medici, ancorche' benemerite e cariche di forza simbolica, rischino di risultare, in caso di approvazione delle disposizioni in esame, assolutamente insufficienti. La denuncia verrebbe infatti, inevitabilmente, dalle amministrazioni delle ASL.

Tali amministrazioni sono tenute, infatti, a fini di rendicontazione a comunicare al Ministero dell'interno le prestazioni erogate ai titolari di codice STP rimaste insolute (art. 43, co. 4 DPR 394/1999). Oggi, vigendo l'art. 35, co. 5 D. Lgs. 286/1998, vige anche art. 43, co. 5 DPR 394/1999, che impone la comunicazione in forma tale da garantire l'anonimato dell'utente. Una volta soppresso l'art. 35, co. 5, pero', l'amministrazione sanitaria che non provveda tempestivamente ad adempiere all'obbligo di denuncia di cui all'art. 362 c.p., finira' con l'autodenunciarsi all'atto della rendicontazione al Ministero dell'interno.

Non riesco ad immaginare un direttore di ASL (nominato, in genere, per meriti politici piu' che per spirito missionario) che metta a repentaglio la propria carriera (e il proprio portafoglio) in nome dell'obiezione di coscienza. Dovessi sbagliarmi, sarei felice di fare ammenda.


8) Come uscirne? Vedo due soluzioni.

La prima (Soluzione A) assume che la maggioranza, grazie anche alle sacrosante e coraggiose prese di posizione di Fini, non sia cosi' convinta di dover varare il ddl nella forma approvata dal Senato. In fondo, essere piu' intelligenti del Sen. Bricolo e' condizione consentita dal nostro ordinamento e, nei fatti, largamente diffusa in tutto il regno animale.

In questa ipotesi, si potrebbe dire a Maroni: vuoi ottenere (giustamente) la parita' di trattamento tra delinquente clandestino e delinquente qualsivoglia? Bene: limitati a modificare l'art. 35, co. 5 nel modo seguente:

"5. L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non puo' comportare alcun tipo di segnalazione all'autorita', salvi i casi di referto, a parita' di condizioni con il cittadino italiano."

In questo modo, l'eccezione al divieto di segnalazione si estenderebbe ai casi in cui il referto sia possibile, anche se non obbligatorio. Si otterrebbe cosi' la parita' di trattamento per gli autori di delitti perseguibili d'ufficio, senza danno per la salute degli altri clandestini e di noi tutti.


9) La seconda soluzione (Soluzione B) assume invece che il ddl sicurezza diventi legge, per i profili che ci interessano, nella forma approvata dal Senato.

Come sapete, al clandestino sono garantite le prestazioni sanitarie urgenti o comunque essenziali. Tali prestazioni sono definite dalla circolare del Ministro della Sanita' 24/3/2000 nel modo seguente:

a) "cure urgenti": le cure che non possono essere differite senza pericolo per la vita o danno per la salute della persona;

b) "cure essenziali": le prestazioni sanitarie, diagnostiche e terapeutiche, relative a patologie non pericolose nell'immediato e nel breve termine, ma che nel tempo potrebbero determinare maggiore danno alla salute o rischi per la vita (complicanze, cronicizzazioni o aggravamenti).

Mi sembra evidente che negare cure urgenti o essenziali a un clandestino, o anche solo metterlo nella condizione psicologica di doverle rifiutare, corrisponda ad arrecargli un danno grave.

Viene allora in soccorso l'art. 54 c.p., che si applica a qualunque reato:

"54 Stato di necessita'
Non e' punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessita' di salvare se' od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, ne' altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo."

Le Regioni potrebbero allora diramare direttive con le quali vietano la denuncia di cui all'art. 362 c.p. sulla base del fatto che la semplice possibilita' che tale denuncia sia effettuata costringerebbe il clandestino a sottrarsi alle cure, sortendone un danno grave per la propria salute (e, in diversi casi, per la salute del resto della popolazione: pensate, per esempio, a un caso di meningite non curata). Potrebbero, le Regioni, in altri termini, rassicurare i dipendenti delle ASL che l'art. 54 c.p. li solleva da qualunque obbligo di denuncia, stante il carattere particolarissimo del servizio da loro erogato.

Che questa visione non sia lontana da quella del legislatore e' testimoniato dal fatto che l'obbligo di denuncia non si applica (secondo periodo dell'art. 362 c.p.; vedi sopra) ai responsabili delle comunita' terapeutiche per fatti commessi da persone tossicodipendenti affidate a tali comunita'.


Fermo restando che il mantenimento dell'art. 35, co. 5 D. Lgs. 286/1998 rappresenta la soluzione migliore, credo sia importante prepararsi a prospettare soluzioni che salvino l'accesso dei clandestini alle cure e permettano, allo stesso tempo, alla maggioranza (che deve decidere) di salvare la faccia.

Vi sarei grato se mi faceste avere osservazioni critiche o proposte alternative sull'argomento, in vista di un possibile dialogo con Parlamento e Istituzioni.

Cordiali saluti
sergio briguglio

11 marzo 2009

a.c. 2180

Cari amici,
e' iniziato ieri, nelle Commissioni riunite I e II della Camera, l'esame del ddl sicurezza (A.C. 2180).

All'inizio della settimana prossima l'ufficio di presidenza valutera' le richieste di audizione pervenute.

In questa settimana non sono previste altre sedute dedicate al provvedimento.

Cordiali saluti
sergio briguglio

9 marzo 2009

urgente: ddl sicurezza / registrazione alla nascita

Cari amici,
giro un messaggio urgente e importantissimo di Elena Rozzi, relativo alla disposizione del ddl sicurezza (A.S. 733, ora A.C. 2180) che impedisce il perfezionamento degli atti di stato civile agli immigrati irregolari.

In particolare, risultano impediti la registrazione del neonato e, in modo insuperabile, il riconoscimento del figlio naturale.

La lettera segnalata dal messaggio di Elena e' alla pagina http://www.stranieriinitalia.it/briguglio/immigrazione-e-asilo/2009/marzo/lett-asgi-registr-nascita.html.

Le adesioni (da parte delle associazioni) vanno inviate all'indirizzo info@asgi.it entro domani sera (l'esame del ddl da parte delle Commissioni della Camera comincia domani).

Cordiali saluti
sergio briguglio




Date: Mon, 9 Mar 2009 09:43:55 +0100
Subject: urgente: ddl sicurezza / registrazione alla nascita
From: Elena Rozzi <elena.rozzi@gmail.com>
Care/i,
il ddl sicurezza prevede una norma, passata quasi inosservata, che impedisce la registrazione alla nascita dei figli di cittadini stranieri irregolari, in palese violazione della Costituzione e della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.

Le conseguenze di tale modifica normativa sarebbero gravissime: i bambini non registrati alla nascita resterebbero senza identità, completamente invisibili; vi è inoltre il forte rischio che i bambini nati in ospedale non vengano consegnati ai genitori privi di permesso di soggiorno e siano dichiarati in stato d'abbandono; per evitare questo, è probabile che molte donne in condizione irregolare decidano di non partorire in ospedale, con serissimi rischi per la salute della madre e del bambino.

Vi inviamo in allegato una lettera che intendiamo inviare (a firma di ASGI e di tutte le altre organizzazioni che vorranno aderire) alle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, alla Commissione Infanzia e ai capigruppo.
Preghiamo tutte le organizzazioni che volessero aderire, di inviare l'adesione all'indirizzo info@asgi.it entro martedì sera 10 marzo.
Ci scusiamo con il brevissimo tempo a disposizione, ma l'esame del ddl inizia martedì e dunque i tempi sono strettissimi.

Grazie e a presto,
Elena Rozzi

6 marzo 2009

ddl sicurezza (a.c. 2180)

Cari amici,
e' previsto per martedi' prossimo l'inizio dell'esame del ddl sicurezza (A.C. 2180, approvato dal Senato come A.S. 733) da parte delle Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia della Camera.

Ricordo solo alcune delle porcherie inserite in questo disegno di legge:

- la soppressione del divieto di segnalazione dell'immigrato irregolare che ricorra a prestazioni sanitarie;

- l'imposizione del requisito di regolarita' del soggiorno per poter contrarre matrimonio in Italia;

- l'esibizione del titolo di soggiorno per il perfezionamento degli atti di stato civile (es.: la registrazione della nascita o il riconoscimento del figlio naturale);

- l'imposizione del requisito di idoneita' abitativa certificata dal Comune ai fini del ricongiungimento familiare;

- la verifica delle condizioni igienico-sanitarie dell'alloggio ai fini dell'iscrizione anagrafica;

- l'istituzione di un accordo di integrazione ai fini del rilascio e rinnovo dei permessi (permesso a punti);

- l'istituzione di un test di conoscenza della lingua italiana ai fini del rilascio del permesso CE per soggiornanti di lungo periodo (carta di soggiorno);

- l'imposizione di un contributo da 80 a 200 euro per ogni rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno;

- il prolungamento del periodo di convivenza in Italia necessario per l'acquisto della cittadinanza per matrimonio (nonche' - se leggo bene la disposizione - il degrado di tale acquisto dal rango di diritto soggettivo a quello di interesse legittimo).

Spero (contra spem in spem credidit...) che gli organismi della Chiesa cattolica, con un mutamento di stile epocale, ricorrano pubblicamente al turpiloquio di fronte alla prospettiva che al clandestino possa essere precluso l'accesso alle cure, la celebrazione del matrimonio, la registrazione della nascita di un figlio e il suo riconoscimento.

Questo e' un attentato ai diritti delle persone, dei minori e della famiglia. Altro che PACS...

Cordiali saluti
sergio briguglio