European University Institute (EUI)
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3. Allo scopo di facilitare l'impiego del lavoratore straniero nelle more di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno, dopo il comma 9 dell'articolo 5 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e' inserito il seguente comma:
"9-bis. In attesa del rilascio o del rinnovo del permesso di soggiorno, anche ove non venga rispettato il termine di venti giorni di cui al precedente comma, il lavoratore straniero puo' legittimamente soggiornare nel territorio dello Stato e svolgere temporaneamente l'attivita' lavorativa fino ad eventuale comunicazione dell'Autorita' di pubblica sicurezza, da notificare anche al datore di lavoro, con l'indicazione dell'esistenza dei motivi ostativi al rilascio o al rinnovo del permesso di soggiorno. L'attivita' di' lavoro di cui sopra puo' svolgersi alle seguenti condizioni:
a) che la richiesta del rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro sia stata effettuata dal lavoratore straniero all'atto della stipula del contratto di soggiorno, secondo le modalita' previste nel regolamento d'attuazione, ovvero, nel caso di rinnovo, la richiesta sia stata presentata prima della scadenza del permesso, ai sensi del precedente comma 4, e dell'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica del 31 agosto 1999 n. 394, o entro sessanta giorni dalla scadenza dello stesso;
b) che sia stata rilasciata dal competente ufficio la ricevuta attestante l'avvenuta presentazione della richiesta di rilascio o di rinnovo del permesso."
Se vi comunico una cosa cosi' intima e' per diverse ragioni.
La prima e' che con ciascuno di voi c'e' da tempo un rapporto
comunque personale, anche se con alcuni non c'e' mai stato un
incontro diretto.
La seconda e' che da quanti hanno saputo della malattia di mamma ho
ricevuto affetto e sostegno. Lo stesso affetto e lo stesso sostegno -
lo so - l'avrei ricevuto anche dagli altri, se avessero saputo.
La terza e' che alla base del lavoro - quello sull'immigrazione - per
il quale ci conosciamo c'e', per molti aspetti, mamma. Le devo, tra
le tante, una cosa particolare: mi ha insegnato che cosa significhi
studiare. Mamma aveva potuto fare solo le elementari: al tempo
sembrava normale negare a una bambina la prosecuzione degli studi. Ne
aveva sofferto moltissimo. Ha conservato per tutta la vita la sete
del conoscere, del capire e dell'individuare soluzioni. Da
autodidatta, con pochissimi mezzi.
Un'altra cosa che ha cercato di insegnarmi - con minor successo - e'
stata l'operosita'. Pochi giorni fa, mentre ero seduto accanto al suo
letto, aspettando sue richieste, mi ha domandato, a mo' di
rimprovero: "Perche' non lavori?!".
L'ultima ragione e' che se mi sono occupato di immigrazione lo devo
allo sgomento che ho provato, a diciotto anni, per la mia piccola
migrazione interna, da Messina a Padova. Lasciavo una famiglia -
mamma, papa', mia sorella, i miei fratelli - che era la mia sicurezza
e il mio cuore. Quando, alcuni anni dopo, ho cominciato a incontrare
per strada facce con lo stesso sgomento, mi sono diventate sorelle;
poi, col tempo, figlie.
sergio