27 gennaio 2009

Campagna "DIVIETO DI SEGNALAZIONE".

Cari amici,
vi giro il messaggio inviatomi da MSF. Contiene un appello contro l'emendamento al ddl sicurezza che sopprime il divieto di segnalazione dell'irregolare che ricorre a prestazioni sanitarie.


La ripresa del dibattito in Senato sul ddl sicurezza (A.S. 733) e' prevista per la prossima settimana.


Cordiali saluti
sergio briguglio


n.b.: le adesioni all'appello non vanno mandate a me, ma all'indirizzo ombretta.scattoni@rome.msf.org













Cari e care,
MSF, SIMM, ASGI e OISG promuovono la campagna "DIVIETO DI SEGNALAZIONE. SIAMO MEDICI E INFERMIERI, NON SIAMO SPIE" contro l'emendamento al ddl 733 che vuole sopprimere il divieto di segnalazione degli immigrati privi di permesso di soggiono che si rivolgono alle strutture sanitarie.
La campagna prevede:
- conferenza stampa mercoledì 28 gennaio alle 11.30 presso l'Hotel Nazionale a Roma, sala Cristallo. (Di seguito trovate l'invito alla conferenza stampa, siete iperbenvenuti);
- appello a cui chiediamo di aderire. (di seguito trovate il testo dell'appello). Vi chiedo di non pubblicare il testo dell'appello su siti o altro sino alle 12 di mercoledì 28 gennaio, quando sarà presentato in conferenza stampa con l'elenco dei primi firmatari. Fino alla mattina di mercoledì 28 gennaio vi prego d'inviare le adesioni all'indirizzo mail: ombretta.scattoni@rome.msf.org. Dopo verrà attivato anche il sito www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it
- fiaccolata di fronte Montecitorio martedì 2 febbraio dalle 17.30 alle 20.00. Più siamo meglio stiamo!
Chiedo scusa a chi avesse già ricevuto questa comunicazione.

Un caro saluto
Rolando
Rolando Magnano
MSF Italy MIssion
Office number 0039+06/44703872
Cell number 0039+329/9636533






COMUNICATO STAMPA

DIVIETO DI SEGNALAZIONE - SIAMO MEDICI E INFERMIERI, NON SIAMO SPIE

MSF, ASGI, SIMM e OISG lanciano un appello alla società civile per chiedere ai Senatori di respingere l’emendamento che elimina il principio di non segnalazione alle autorità per gli immigrati irregolari che si rivolgono a una struttura sanitaria

FIACCOLATA DAVANTI A MONTECITORIO IL 2 FEBBRAIO DALLE 17.30 alle 20.00

Roma, 28 gennaio 2009 – Il 3 febbraio prossimo il Senato voterà un emendamento volto a sopprimere il principio di “non segnalazione” alle autorità per il migrante irregolare che si rivolge ad una struttura sanitaria. Medici Senza Frontiere (MSF), Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI), Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG) hanno lanciato oggi un appello alla società civile per chiedere ai Senatori di non abrogare il suddetto principio.

MSF, SIMM, ASGI e OISG hanno inoltre annunciato una fiaccolata della società civile il 2 febbraio davanti a Montecitorio (tra Piazza della Colonna Antonina e l’obelisco) dalle 17.30 alle 20.00 al quale sono invitati a partecipare operatori sanitari, organizzazioni non governative, rappresentanti della società civile e cittadini.


Per aderire all’appello:

www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it

Per informazioni: ufficio stampa di Medici Senza Frontiere
06 4486921 – 334 6538545



APPELLO
“DIVIETO DI SEGNALAZIONE”
SIAMO MEDICI E INFERMIERI, NON SIAMO SPIE

Le organizzazioni firmatarie esprimono preoccupazione ed allarme per le conseguenze della possibile approvazione dell’emendamento 39.306 presentato in sede di esame del DDL 733 all’Assemblea del Senato, volto a sopprimere il comma 5 dell’articolo 35 del Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull’immigrazione) che sancisce il divieto di “segnalazione alle autorità”.

Il suddetto comma 5 attualmente prevede che “l’accesso alle strutture sanitarie (sia ospedaliere, sia territoriali n.d.r.) da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano”.

Questa disposizione normativa è presente nell’ordinamento italiano già dal 1995, attraverso l’art. 13, proposto da una vasta area della società civile, del decreto legge n. 489/95, più volte reiterato, voluto ed approvato dal centro destra anche con i voti della Lega. La “logica” della norma non è solo quella di “aiutare/curare l’immigrato irregolare”, ma anche quella di dare piena attuazione all’art. 32 della Costituzione, in base al quale la salute è tutelata dalle istituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno ed incondizionato della persona in sé, senza limitazioni di alcuna natura, comprese – nello specifico – quelle derivanti dalla cittadinanza o dalla condizione giuridica dello straniero. Il concreto rischio di segnalazione e/o denuncia contestuale alla prestazione sanitaria creerebbe nell’immigrato privo di permesso di soggiorno e bisognoso di cure mediche una reazione di paura e diffidenza in grado di ostacolarne l’accesso alle strutture sanitarie. Tutto ciò potrebbe provocare una pericolosa “marginalizzazione sanitaria” di una fetta della popolazione straniera presente sul territorio, anche aumentando i fattori di rischio per la salute collettiva. Il citato obbligo di non segnalazione risulta quindi essere una disposizione fondamentale al fine di garantire la tutela del diritto costituzionale alla salute. Appare pertanto priva di significato l’ipotesi di affidare alla libera scelta del personale sanitario se procedere o meno alla segnalazione dello straniero poiché ciò, in contrasto con il principio della certezza della norma, lascerebbe al mero arbitrio dei singoli l’applicazione di principi normativi di portata fondamentale.

La cancellazione di questo comma vanificherebbe inoltre un’impostazione che nei 13 anni di applicazione ha prodotto importanti successi nella tutela sanitaria degli stranieri testimoniato, ad esempio, dalla riduzione dei tassi di Aids, dalla stabilizzazione di quelli relativi alla Tubercolosi, dalla riduzione degli esiti sfavorevoli negli indicatori materno infantili (basso peso alla nascita, mortalità perinatale e neonatale ...). E tutto questo con evidente effetto sul contenimento dei costi, in quanto l’utilizzo tempestivo e appropriato dei servizi (quando non sia impedito da problemi di accessibilità) si dimostra non solo più efficace, ma anche più “efficiente” in termini di economia sanitaria.

Riteniamo pertanto inutile e dannoso il provvedimento perché:
- spingerà verso l'invisibilità una fetta di popolazione straniera che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria;
- incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie “parallele”, al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti, ...);
- creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile;
- avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli interventi e della probabile irreperibilità dei destinatari di interventi di prevenzione;
- produrrà un significativo aumento dei costi, in quanto comunque le prestazioni di pronto soccorso dovranno essere garantite e, in ragione dei mancati interventi precedenti di terapia e di profilassi, le condizioni di arrivo presso tali strutture saranno verosimilmente più gravi e necessiteranno di interventi più complessi e prolungati.

Hanno espresso posizioni analoghe gli Ordini ed i Collegi che rappresentano, su base nazionale, le principali categorie di operatori impegnati nell’assistenza socio-sanitaria alle persone immigrate: Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri (FnOMCEO), Federazione Nazionale Collegi Infermieri (IPASVI), Federazione Nazionale dei Collegi delle Ostetriche (FNCO), Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali (CNOAS).

Per le ragioni sopraesposte rivolgiamo un sentito appello affinché i senatori di qualunque schieramento respingano la citata proposta emendativa all'art. 35 del Dlgs.286/98 e comunque, nell’incertezza di una eventuale riformulazione di emendamenti specifici, chiediamo che l’articolo 35 del Dlgs.286/98 rimanga per intero nella sua attuale formulazione.

Per aderire all’appello:

www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it

Per informazioni: ufficio stampa di Medici Senza Frontiere
06 4486921 – 334 6538545

Primi firmatari
Medici senza Frontiere (MSF)
Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM)
Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI)
Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG)

Nessun commento: