15 maggio 2008

immigrazione e pacchetto sicurezza

Egregio Ministro, egregio Sottosegretario,
desidero proporre alla Vostra attenzione alcuni elementi relativi alla modifica della normativa sull'immigrazione che il Governo ha annunciato di voler apportare nell'ambito del cosiddetto "pacchetto sicurezza".


Il contrasto della criminalita' e' certamente cosa difficile. Ma non puo' che diventare piu' difficile se si da' modo a chi vive di attivita' criminali di mimetizzarsi in un'ampia platea di persone che con la criminalita' non hanno nulla a che fare.


Se il Vostro obiettivo e' quello di garantire sicurezza alle nostre citta' in modo non solo efficace, ma anche efficiente, e' necessario che accanto alle misure improntate al rigore ve ne siano altre atte a rendere piu' agevole il percorso di chi gia' viva o aspiri a vivere in condizioni di legalita'.


Propongo, in quest'ottica, i seguenti punti:


1) Prevedere la cancellazione del divieto di reingresso per lo straniero espellendo che collabori alle operazioni di rimpatrio. Detto straniero e' l'unico soggetto in possesso della conoscenza immediata delle informazioni necessarie relative a identita' e nazionalita'. Avvalersi, con tale disposizione premiale, della sua collaborazione significa minimizzare i costi (economici e umani) del rimpatrio e massimizzarne l'efficacia.


2) Prevedere la possibilita' che il prefetto disponga il rilascio di un permesso di soggiorno allo straniero in posizione di soggiorno illegale, quando questi non costituisca una minaccia per l'ordine o la sicurezza pubblica, e quando vi sia una condizione di inserimento di fatto nel tessuto sociale. Non si tratta di stabilire un diritto automatico alla regolarizzazione, quanto piuttosto di dare all'Amministrazione uno strumento per dare risposte diverse a situazioni diverse.


3) Rendere legale la fase, oggi costretta ad evolversi in condizioni di illegalita' (principalmente nella forma di overstaying), in cui lo straniero cerca lavoro in Italia. Questa fase e' evidentemente indispensabile per consentire l'incontro tra datore di lavoro e lavoratore, altrimenti impossibile.


4) Nelle more di una riforma che includa il punto 3), disporre che le domande per i flussi possano essere presentate, in modo continuo, durante tutto l'anno. In questo modo, i futuri decreti-flussi potranno essere emanati conoscendo gia' il numero di domande giacenti (relative, per quanto detto sopra, per lo piu' ad overstayers), senza over ricorrere a impossibili stime sul fabbisogno. Si tratta di regolarizzazioni mascherate? Certo: regolarizzazioni capaci di restituire legalita' al mercato del lavoro e di svuotare la platea in cui la criminalita' puo' mimetizzarsi.


5) Favorire - anziche' ostacolare! - il ricongiungimento familiare. Le disposizioni esistenti sono gia' adeguate ad evitare gli abusi. Alzare le soglie di reddito richieste per poter fare entrare i familiari contrasta con il dettato dell'art. 7, co. 1, lettera c) Direttiva 2003/86/CE, e rende piu' ardua la normalizzazioen della vita dello straniero. A vantaggio di chi? E ancora: prevedere il test del DNA per il ricongiungimento con minori e' cosa priva di senso per almeno due ragioni. La prima e' che la legge parifica ai figli, ai fini del ricongiungimento, i minori adottati o affidati (per i quali la prova del DNA non ha senso). La seconda e' che il dato che interessa allo Stato italiano, per consentire il ricongiungimento, e' che il minore che entra sia considerato, a tutti gli effetti legali, figlio del richiedente o del suo coniuge; il fatto che non lo sia sotto il profilo biologico e' cosa che afferisce alla sfera privata, inviolabile, della famiglia.


6) Prolungare la durata dei permessi di soggiorno, o semplificare le procedure di rinnovo. La previsione di controlli, frequenti e capillari, che l'Amministrazioen non riesce ad effettuare in tempi ragionevoli, se non stornando dalle mansioni proprie una parte rilevante delle forze dell'ordine, e' semplice follia. O si riduce la frequenza dei controlli, o si introduce il rinnovo tacito, ferma restando la possibilita' di procedere a revoca o annullamento del permesso nei casi in cui, a seguito di conrolli mirati, se ne verifichino i presupposti.


Mi auguro che queste considerazioni possano giovare al Vostro lavoro. Mi auguro anche che le molte misure adottate con circolare o con direttiva dal Ministro Amato durante la scorsa legislatura siano preservate: hanno contribuito a razionalizare positivamente molti aspetti del rapporto tra lo Stato e gli stranieri.


Codiali saluti
Sergio Briguglio

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