Cari amici,
alla pagina di marzo 2003 del mio sito (http://www.stranieriinitalia.it/briguglio) troverete, tra le altre cose, il testo della direttiva 55/2001 sul regime di protezione temporanea in caso di afflusso di massa di profughi e un sommario della stessa direttiva.
Venerdi' scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto legislativo di recepimento di questa direttiva.
Non si tratta, ovviamente, di un provvedimento immediatamente applicabile ai profughi in fuga dalla guerra in Iraq, e c'e' da stupirsi per la montagna di sciocchezze affermate, in proposito, da molte parti.
Il decreto si limita ad adattare l'ordinamento italiano all'eventualita' che il Consiglio europeo, in presenza di un afflusso massiccio di profughi da una determinata regione, stabilisca, decidendo a maggioranza qualificata, un regime di protezione temporanea.
In base alla direttiva, il regime potrebbe essere interrotto in qualsiasi momento da una nuova decisione, a maggiornanza qualificata, del Consiglio europeo. In mancanza di interruzione, il regime dovrebbe durare un anno e sarebbe prorogato automaticamente per un secondo anno (curioso modo "europeo" di dire in modo complicato le cose semplici). Un ulteriore prolungamento di un anno richiederebbe invece una nuova decisione del Consiglio.
Ricordo che l'ordinamento italiano gia' prevede (art. 20 del Testo Unico) la possibilita' che un regime di protezione temporanea sia stabilito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (anche a prescindere, cioe', da una decisione del Consiglio europeo). Il recepimento della direttiva fa semplicemente si' che l'Italia sia pronta ad assumersi gli impegni che derivino dai provvedimenti eventualmente assunti in sede europea.
L'assenza di una decisione comune europea, in caso di arrivo rilevante di profughi sulle coste italiane, non potrebbe quindi in alcun modo essere considerata causa della mancata adozione di risposte efficaci da parte del Governo italiano.
Cordiali saluti
sergio briguglio
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